“Ci avete promesso delle emozioni, ci avete dato queste emozioni”. Tra le centinaia di commenti che si sono sentiti o letti nelle chat ne abbiamo scelto uno su tutti, questo – proveniente da un partecipante arrivato appositamente dall’estero – per dare il senso di quanto sia stato ricco, coinvolgente e trasudante calore umano (e non solo, anche quello meteorologico non è stato trascurabile) il fine settimana in cui si è svolto il Raduno Internazionale di Carpi del 28 e 29 giugno per festeggiare i 75 anni dalla prima fondazione del locale Vespa Club.
Due giorni (per qualcuno anche tre, con una sorpresa come succulento antipasto del nutrito programma) che il Vespa Club Carpi ha preparato con un lavoro di avvicinamento durato mesi e curato in ogni dettaglio da una squadra di gran livello dotata di un “frontman” come Mauro Calestrini, Presidente del sodalizio carpigiano, che non ha trascurato nulla per lasciare un ricordo indelebile in quantità e qualità.
Notevole il coinvolgimento della città con la partecipazione di numerose istituzioni e aziende della zona che si sono fatte partner ufficiali del Club, affiancate da un main sponsor di valore mondiale come Liqui Moly, oltre agli altrettanti esercizi cittadini convenzionati per l’occasione.
Sorpresa, dicevamo: chi è arrivato il venerdì pomeriggio ha avuto la possibilità di essere presente all’inaugurazione del Museo vespistico ideato, curato e costruito con le proprie mani dallo stesso Presidente Calestrini, locali nei quali sono esposti decine di modelli di Vespa di ogni generazione oltre a placche, foto e documenti storici, esemplari di altri prodotti col marchio Piaggio e molto altro “ben di Dio” che merita senz’altro di essere goduto con i propri occhi.
Il sabato mattina è iniziato il programma ufficiale: primo passo la visita al Museo Righini dell’Automobile, un luogo sacro per gli appassionati (ma anche per i neofiti del settore) in quanto raccoglie, all’interno di un castello immerso nella campagna, una spaventosa quantità di pezzi rarissimi – se non unici – che hanno scritto la storia delle quattro ruote, da strada e da pista (vedi la prima auto costruita da Enzo Ferrari, tanto per fare un piccolo ma illuminante esempio). Un’oretta abbondante per lustrarsi gli occhi con cotanta bellezza e via verso l’Acetaia Giusti, dove un manipolo di ragazze e ragazzi dalle assolute capacità espressive ha guidato i partecipanti alla scoperta dei segreti dell’aceto balsamico, donando pure gioia al palato con una degustazione da overdose di sapori, che ben si sono sposati con quelli del pranzo a buffet svoltosi nei giardini della sede dell’azienda.
Pomeriggio in libertà: c’è stato chi ha scelto di farsi abbracciare dall’aria condizionata dell’albergo per riprendere i sensi, chi invece ha distribuito nei negozi del centro qualche centinaio di euro in cambio di golosità emiliane originali da portare a casa (inutile citarle, si può ben facilmente immaginare quali siano). Poi tutti di nuovo in centro, al Castello dei Pio, in uno scenario grondante storia da ogni mattone per la sontuosa ed elegante Cena di Gala, dove le vecchie amicizie si sono fuse con quelle appena sbocciate in una babele di lingue che trovavano nella magica parolina “Vespa” il perfetto e insostituibile collante.
Domenica mattina, Piazza Martiri si è trovata letteralmente invasa, come mai accaduto prima per un evento vespistico: in totale, tra le due giornate, si sono contati oltre 600 partecipanti complessivi per 51 Vespa Club rappresentati da tre continenti (i più numerosi Vespa Club Maddaloni e Vespa Club Romagna). Tanti i volti noti del movimento vespistico italiano e internazionale: da Marco Manzoli (Segretario Generale del Vespa World Club) a Roberto Leardi (Presidente onorario del Vespa Club d’Italia e, non dimentichiamolo, anche dello stesso ente mondiale) e Gino Frisinghelli (Conservatore del Registro Storico Vespa), da Leonardo Pilati (quarto Presidente del sodalizio nazionale nei suoi 76 anni di vita) ad Alessia Galiotto e Franco Benignetti (rispettivamente Segretario e Consigliere del Vespa Club d’Italia). E poi altri Presidenti battenti altre bandiere: Lorenzo Riccardi ha volato direttamente da Shanghai per non mancare all’appuntamento, così come ha fatto Marco Mondaini dal Lussemburgo. Splendida accoppiata per entusiasmo e simpatia quella composta da Aldo Kazanxhi (Albania) ed Enis Berkolli (Kosovo), testimoni di un Vespismo dalle modeste dimensioni ma in costante crescita e spinto da un motore di passione dalla potentissima cilindrata. In totale, tanto per fare il conto della serva, cinque Presidenti di Vespa Club nazionali riuniti in un unico luogo quale ulteriore testimonianza dell’infinita forza del Vespismo organizzato anche sul piano mondiale. E come dimenticare i due rappresentanti a stelle e strisce, Guido e William, che hanno portato più di un tocco “all’americana” alla manifestazione? Oppure i tanti di lingua tedesca, scesi a Carpi con bellissime Vespa d’epoca conservate?
Il tour della domenica mattina ha portato un lunghissimo sciame sino ad un altro Museo dell’Automobile, quello di San Martino (il più antico d’Italia), dove altri splendidi modelli di auto d’epoca hanno completato la collezione di meraviglie messe a disposizione dei partecipanti.
Chiusura immancabile con pranzo, premiazioni varie e lotteria presso il Circolo Guerzoni di Carpi, dove si è respirata l’autentica aria di una vera e propria festa di paese: mentre le lasagne preparate dalle imbattibili nonne cuoche volontarie spandevano profumo di ragù lungo i tavoli accompagnate da lambrusco come se piovesse, lo staff del Vespa Club Carpi (citiamo solamente due nomi solamente, l’ex Presidente Massimo e Andrea – quest’ultimo speaker ufficiale della manifestazione – per accomunare idealmente tutti gli sforzi compiuti da tutti coloro che indossavano la maglietta “LXXV”, commoventi per dedizione e spirito di sacrificio) distribuiva premi di ogni genere (caschi, bottiglie, trolley, manifesti d’epoca) che andavano a rallegrare ulteriormente la platea prima di baci e abbracci di commiato e della ripartenza verso le rispettive destinazioni.
Un evento quindi di grandi proporzioni che troverà la propria degna conclusione nel terreno della solidarietà, uno dei principali e mai abbastanza ricordati scopi dell’attività vespistica: il ricavato netto dell’evento – e non solo – verrà destinato ad associazioni sanitarie di volontariato appartenenti al terzo settore operanti nella zona.
Che altro? Ah, sì: le emozioni che ci hanno introdotto a questo reportage. Tante, belle, coinvolgenti, non cancellabili dalla memoria, quelle che ti fanno pensare “Peccato che sia già finito”. Cosa volere di più?













































