Lui c’era, seduto su quella sella, quando il 99 per cento di noi aspettava chissà dove il proprio turno. Lui c’era, in quel giorno del 1951 in cui il dottor Enrico Piaggio chiamò tutti nella sua villa di Genova per dire: “Bravi ragazzi, avete portato la Vespa sul tetto del mondo”. Lui c’era, e c’è stato per decenni, quando bisognava partire per un collaudo di 400 km e testare il nuovo prototipo di Vespa sulle strade, sotto la pioggia, la neve, il sole cocente. Lui c’era. Qualcuno da qualche parte ha voluto che ci fosse allora e ci sia ancora oggi quale testimonianza vivente di quell’epoca lontana e irripetibile.
Per tutta la vita si è portato dietro un numero, il 94, come simbolo personale e della propria opera al servizio di Piaggio e della Vespa. E ne ha fatto un marchio di fabbrica ineguagliabile, altro che CR7. Migliaia di vespisti di tutto il mondo hanno potuto conoscerlo, farsi raccontare le sue formidabili esperienze, vederlo correre avanti e indietro all’interno del Museo Piaggio – la sua vera casa – per spiegare, dettagliare, farsi fare una foto in compagnia.
Quale fortuna abbiamo avuto nel poter fare un pezzettino di strada assieme a lui e alla sua straordinaria energia, dalla quale siamo tutti rimasti un po’ contagiati. A Giuseppe Cau, nato il 7 dicembre 1928, il Vespa Club d’Italia ha riservato un posto d’onore, nominandolo – prima persona fisica a ricevere questo riconoscimento – Socio Onorario nel corso del Congresso Nazionale 2022 a Reggio Calabria, delibera presa dall’Assemblea con una standing ovation.
In occasione del suo 94° compleanno, il Vespa Club d’Italia, dal Presidente Roberto Leardi e il Consiglio Direttivo tutto, sino all’ultimo dei tesserati, stringe il “Cavaliere della Vespa” in un infinito e fraterno abbraccio per fargli sentire quanto bene gli vogliamo.
Qui sotto, un piccolo omaggio al “nostro” 94, un fascicolo di 30 pagine liberamente scaricabile in cui viene brevemente racchiusa la sua vita, interamente dedicata alla Vespa.