Le origini

Le origini del Vespa Club

È nato ufficialmente il 23 ottobre 1949 a Viareggio con il primo Congresso Nazionale al quale hanno partecipato 29 delegati.
La costituzione era avvenuta spontaneamente qualche mese prima con prese di contatto tra dirigenti dei Vespa Club locali, che erano sorti in varie parti d’Italia seguendo l’esempio di gruppi Vespistici nati in diverse località della penisola.
Dei primi nuclei entusiasti, ma esigui, si erano costituiti Vespa Clubs divenuti una forza compatta e importante nel mondo dell’allora motorizzazione minore.
L’esempio era stato fecondo e, poco dopo si potevano contare numerosi Vespa Club in tutta la penisola. Al Congresso di Viareggio, il Vespismo Italiano era rappresentato da questi soci-fondatori del Vespa Club d’Italia e altri personaggi ai quali è stata riconosciuta la qualifica di socio-fondatore.

Essi sono: Bruno Barlacchi (Firenze), Franco Cabrini (Cremona), Oscar Campigli (Genova), Tommaso Cappelli (Bologna), Tommaso Capriccioli (Roma), Riccardo Casiraghi (Genova), Arturo Coerezza (Milano), Corradino D’Ascanio (Pontedera), Guglielmo Della Montà (Savona), Renato Di Marino (Cava de’ Tirreni), Giuseppe Drammi (Torino), Guido Fenini (Milano), Elia Filippi (Brescia), Lino Franceschetti (Vicenza), Pierfrancesco Leopardi (Recanati), Mario Magrassi (Trieste), Giovanni Orsini (Genova), Enrico Piaggio (Genova), Wando Quinti (Pisa), Manlio Riva (Vicenza), Ulrico Romei (Livorno), Maurizio Sanvilli (Udine), Bruno Sighel (Trento), Renato Tassinari (Milano), Aldo Terigi (Lucca).

Il primo consiglio direttivo era formato da Renato Tassinari Presidente, Alberto Maudente Vice Presidente, Franco Cabrini Segretario e dai Consiglieri Ricciardi, Capriccioli, Drammi, Leopardi e Riva.

Vogliamo menzionare poi il successivo Congresso di Montecatini che vedeva la presenza del doppio dei delegati. La fisionomia e gli indirizzi del Vespa Club d’Italia vengono così definiti, con la nomina di 2 vice Presidenti è aumentato il numero dei Consiglieri per dare maggiore efficienza al Consiglio Nazionale.
Viene anche approvata l’effettuazione della prima grande manifestazione sportiva Vespistica Nazionale la «1000 Kilometri».
Successivamente ricordiamo il Congresso di Roma l’8-9 dicembre 1951 ed a questo terzo Congresso sono presenti i delegati dei Vespa Club operanti nella Nazione. Tra le innovazioni più importanti in quella sede viene annunciata la pubblicazione del periodico del Vespa Club d’Italia che veniva inviato gratuitamente a tutti i soci. Anno per anno il movimento Vespistico Italiano ha potuto trarre bilanci sempre più soddisfacenti assumendo sempre maggiore importanza ed adesioni.
Situazioni contigenti impediscono talvolta ai Vespisti di effettuare le loro grandi manifestazioni di massa, le gare sportive dalle caratteristiche inconfondibili aumentano sempre più il prestigio del Vespa Club in Italia quale forza della motorizzazione minore.
Sotto la Presidenza sempre di Renato Tassinari, che continua ad avere come collaboratori immediati i vice Presidenti Castagneto e Riva, il Vespismo Italiano giunge alla soglia del suo decennale con un bagaglio imponente di realizzazioni.
Il Congresso tenutosi il 12 gennaio del’58 a Pescara mette in luce la cresciuta consistenza dell’associazione impostando l’attività del’58 e anche quella del’59 con le celebrazioni del decennale del Vespa Club d’Italia; certamente un’annata storica per l’associazione, per imponenza delle realizzazioni che sono in programma. Intanto si sono succeduti in quegli anni tutti i vari Congressi: Perugia, Genova, Trieste, Sorrento, Siena, Pescara e Viareggio. A Viareggio il 28 aprile e il primo marzo del’59 si festeggia il decennale del Vespa Club d’Italia.

Successivamente il Vespa Club d’Italia, rinnovandosi, si impone negli anni’60 per l’inserimento come forza viva anche nel tempo libero e nelle attività ricreative.
Prima ancora che nascessero i Vespa Club, i Vespisti sportivi si fecero notare nelle competizioni Nazionali ed Internazionali ottenendo lusinghieri risultati.
Appena sorto il Vespa Club d’Italia contava su di un nucleo di sportivi che presero parte alle più impegnative gare Nazionali di regolarità e di velocità. Non c’è possibile per evidente carenza di spazio elencare tutte le affermazioni ottenute dai Vespisti nelle grandi competizioni, basti comunque ricordare il trofeo della regolarità conquistato nel ’52 da squadre del Vespa Club d’Italia contro agguerrite formazioni. I componenti delle squadre sono stati: Cau, Biasci, Monti, Gronchi, Nesti, Vivaldi; è doveroso ricordare la squillante affermazione della squadra Vespista nella «6 Giorni Internazionali di Regolarità» svoltasi a Varese nel 1951, con le mitiche Vespa 6 Giorni.
I Vespisti conquistarono 9 medaglie d’oro, vale a dire che 9 concorrenti su Vespa giunsero al traguardo finale senza penalizzazione. Gli italiani vincitori di medaglie d’oro furono complessivamente 19 su moto di 8 marche diverse. I Vespisti vincitori furono: Cau, Gronchi, Mazzoncini, Carlo Merlo, Nesti, Pierino Opessi, Riva, Romano, Vivaldi. Notevole anche l’attività velocistica nella quale si distinsero Mazzoncini e Cau.
Il Vespismo però non si accontentò di queste pur brillanti dimostrazioni ma volle soprattutto portare anche nello sport motociclisitico la sua capacità organizzativa e innovatrice.
Si ebbero così via via la 1000 Km., il Giro dei 3 Mari, l’Audax Internazionale Femminile, la Coppa dell’Appennino, l’Audax delle Dolomiti, manifestazioni di enorme impegno organizzativo di grande successo agonistico e di vastissimo eco propagandistico.

Di queste grandi manifestazioni che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dello sport motociclistico rimane in vita sempre l’affascinante «Giro dei 3 Mari», delle altre non è stato possibile continuare la tradizione perché l’orientamento delle autorità verso le gare motociclistiche ne hanno impedito lo svolgimento. Tuttavia l’entusiasmo e la fervida fantasia dei Vespisti hanno sopperito a queste privazioni escogitando altre formule, altre manifestazioni che contengono sempre viva la fiamma del Vespismo sportivo.
Citiamo per esempio il Giro d’Italia Centrale, il Giro dell’Emilia, il Giro delle 4 Province, la Primavera Vespistica.
Il consuntivo sportivo dei Vespisti italiani è senza dubbio il più ricco, ma non si può dimenticare quanto si è fatto e si continua a fare all’estero dove le iniziative italiane sono prese come modello per comporre programmi Nazionali. Così si sono avute grandi manifestazioni in Belgio, Olanda, Gran Bretagna, Spagna, Francia, con una bella Gara Internazionale in Svezia vinta da un’italiano, il romano Violati.

Per il 1958 il programma sportivo prevedeva che il classico «Giro dei 3 Mari» avesse luogo nell’Italia Meridionale dal primo al 7 Giugno ed una gara di regolarità in Spagna da disputare nella seconda metà di maggio.
Per quanto riguarda l’Italia, oltre al già citato Giro dei 3 Mari, ci saranno altre manifestazioni sportive a carattere locale, ma la manifestazione destinata ad avere larghissime ripercussioni per il suo carattere corale e per la sua continuità sarà senza dubbio il Campionato Italiano della Regolarità che è stato ideato dai dirigenti del Vespa Club d’Italia ed accolto con entusiasmo dai Vespisti.
La manifestazione sarà articolata in più prove regionali di selezione ed una finale alla quale parteciperanno i primi classificati della selezione.
Molto importante intanto e fondamentale proprio della movibilità del viaggiare il Vespismo fonda sul turismo la sua grande base.
Quindi fra i grandi raduni Vespistici, vogliamo ricordare fin dall’inizio del Vespismo, il raduno di Sanremo, il femminile a Milano, le varie concentrazioni in cui il Vespa Club è presente nelle diverse parti d’Italia. Intanto anche per quanto riguarda il turismo si sta snodando all’estero quello che possiamo considerare la nascita del Vespa Club in Europa, tutto ciò fa si che i Vespisti siano sempre più presenti e questo porta ad uno scambio di conoscenze tra i soci europei.
I Vespisti non li spaventa nessuno! La Vespa risponde bene a questo tipo di attività assecondando chi la guida.
Ricordiamo la «Giornata della Vespa», specialmente questi grandi raduni uniti alle gite sociali ed alle altre attività danno un’immagine di quello che è il Vespa Club nella miriade di manifestazioni che si svolgono nelle varie località a livello locale, provinciale e regionale.
Vogliamo ricordare quindi la nascita dell’Eurovespa che iniziò come Criterium di Sanremo, presenti in 13 Nazioni il 22 e il 24 aprile ’55 e poi successivamente a Monaco.

Quindi nel ’57 la parata Eurovespa svoltasi a Barcellona con l’intervento di 2000 Vespisti, rappresentanti tutti i Vespa Club Nazionali. La partecipazione italiana è stata qualitativamente degna del prestigio del Vespa Club d’Italia, con gli Italiani suddivisi in 4 gruppi con varie denominazioni. I giorni di permanenza a Barcellona sono stati ricchi di nuove esperienze dato il programma predisposto dal Vespa Club di Spagna che ha contribuito a creare nuovi legami di amicizia e di solidarietà tra i Vespisti Europei. Ricordiamo inoltre che durante l’Eurovespa ’57 c’è stata anche una riunione del Consiglio del Vespa Club d’Europa, ed alcune decisioni riguardano il futuro Rally Eurovespa.
Nel 1958 l’Eurovespa si tenne a Bruxelles in occasione del «Expo’58». Nel 1959 l’Eurovespa a Parigi, per arrivare al 23/25 agosto del 1960 a Roma in occasione delle Olimpiadi. Questo particolare Rally’60 è passato alla storia come l’Eurovespa delle Olimpiadi.
Le particolari difficoltà provocate dall’enorme afflusso di gente sono state superate e dimenticate dai Vespisti di tutta Europa convenuti a Roma ed il programma di convergenza è risultato un capolavoro di organizzazione. I Vespisti hanno vissuto momenti indementicabili quale la cerimonia di apertura dei giochi olimpici ed il grande concentramento a Piazza San Pietro con l’udienza del Santo Padre.
Erano rappresentate 14 Nazioni Europee cioè, tutti i Vespa Club Nazionali ed ogni Delegazione guidata dai loro Presidenti.
Quattro colonne entrate da Ventimiglia, Chiasso, Modane e dal Brennero sono scese a Roma con marcia sincrona e perfetta regolarità, e si sono presentate a Roma seguendo con magnifica puntualità le tabelle di marcia predisposte.

Il ritorno dopo la festosa giornata delle Olimpiadi è venuto ripetendo l’itinerario di andata.
Successivamente nel giugno’61 l’Eurovespa era a Salisburgo. Ricordiamo in quegli anni che insieme al Giro dei 3 Mari, all’Eurovespa, alla finale Campionato Europeo di Regolarità vi erano anche delle classiche come in Spagna «La Venti Provincias» di regolarità, la gara che toccava, come dice il nome, le 20 province della Spagna.
Sempre per il turismo menzioniamo il raduno Internazionale «Ragazze in Vespa» erede dei vari Audax Internazionali Femminili, che coinvolgeva molte Vespiste di diverse città italiane, sedi di Vespa Club.
Intanto nel tempo assistevamo anche all’evoluzione dei Vespisti conseguente alla Nazione che cresceva, alla rete stradale, alle stesse Vespa che si perfezionavano. Nel ’59 era apparsa nella Vespa la distribuzione rotante: rappresentava quindi un’importante evoluzione tecnologica!
Anche il Vespa Club ricercava sempre nuove aggregazioni, ricordiamo in quell’anno dopo il decennale, il Congresso di Firenze nel ’60,Napoli nel ’61, Ancona nel ’62, Padova nel ’63 ed era il quattordicesimo, e quindi Torino, Livorno, Arezzo e Milano.
Un altro decennio tra gli anni’60 con Rimini nel ’68 fino ad arrivare a Viareggio per il ventennale del’69. In quegli anni ricordiamo un rafforzamento del Vespismo e di tutto il movimento Vespistico.
Vogliamo ricordare le manifestazioni del Campionato Vespistico Europeo,nel ’59 Merano, Monza, nel ’60 in Inghilterra, nel ’61 sul tracciato del Norburgring, nel ’62 in Belgio, e nel ’64 a Reims.
Nel contempo continua l’affascinante Giro dei 3 Mari, la classica di regolarità che continuava la sua ascesa, e ricordiamo la prova del’64 a Reims, organizzata dal Vespa Club in Francia, svolta in 2 tappe molto dure per le condizioni atmosferiche avverse e per il percorso impegnativo scelto dal Club Cugino.
Mentre in quegli anni, al Giro dei 3 Mari, si affiancava il Campionato Italiano, ricordiamo il suo albo d’oro : la prima edizione vinta da Garini e il ’54 da Vimini di Brescia.
Il ’55 invece si svolse a squadre e fu vinto dal Vespa Club Roma con Caproni, Violati e Spadoni, poi nel ’56 con De Rossi,’57 Fumarelli, ’58 da Topa, nel ’59 da Renzo Baiani, nel ’62 da Gianfranco Fiora,nel ’63 da Lorenzo Bortolotti, nel ’64 da Giuseppe Fava e nel ’65 da Sandro Partani. Mentre Renato Tassinari è riconfermato Presidente al fianco di Riva viene nominato Angelo Pesce come nuovo Vice-Presidente.
Il Mondo Vespistico era comunque proprio in quegli anni, era il 1965, colto da una grande perdita: moriva Enrico Piaggio.
Riprendiamo dal numero 162 del «Vespa Club d’Italia» il pezzo che il giornale dedicava a questo grande personaggio:

«È morto Enrico Piaggio il Padre della Vespa, del Vespa Club d’Italia e di Europa. Enrico Piaggio non è soltanto il generoso sostenitore ed il costante mecenate, ma anche il più vicino spiritualmente alla nostra fatica ed il partecipare comprensivo, entusiasta della nostra passione associativa, pur così schivo di esibizionismi. Anche appartato seguì sempre il travaglio e l’ascesa della nostra associazione e non mancò mai di valutare gli sforzi e di compiacersi dei successi che nominarono i 16 anni di vita del Vespa Club d’Italia e d’Europa.
Lo ricordiamo presente alla partenza della prima «
1000 Km.» a Brescia porgere ai Vespisti, da sportivo a sportivo l’augurio di una buona corsa e, Lo ricordiamo felice e sorridente al Congresso di Viareggio, dove si celebrava il Decennale del Vespa Club d’Italia, un lungo e caloroso applauso di tutti i delegati Lo commosse e Gli fece intendere quanto fosse sincera e fervida quella ondata di affettuosa espressione e, come si riconoscesse in Lui l’artefice e l’animatore primo di tanti festosi avvenimenti che in Italia e in Europa si erano svolti, grazie alla «Sua» Vespa nel segno della concordia e della fraternità delle genti di Nazionalità e di lingua diverse. Anche ad un ormai lontano Congresso del Vespa Club di Europa a Sanremo in occasione del Primo Eurovespa, Enrico Piaggio venne tra i Vespisti e sentì vibrare, nel Suo grande cuore, l’affettuoso entusiasmo ed il fervido consenso delle rappresentanze di tutti i Vespisti d’Europa.
Si degnò di accettare la qualifica di Socio Onorario del Vespa Club d’Europa e apparteneva all’esiguo gruppo dei Fondatori del Vespa Club d’Italia.
Aveva sempre creduto nell’ascesa del Vespa Club e della sua benefica funzione associativa, al di fuori e al di sopra di ogni scopo propagandistico, voleva che il Vespa Club unisse i giovani e gli appassionati al piccolo motore in una concorde e attraente attività turistica e sportiva.
I Vespisti di tutte le Nazioni d’Europa lo conoscevano, lo sentivano presente e vivo nelle loro gare e nei loro raduni e sempre a lui rivolgevano un pensiero di riconoscenza e di solidarietà, e mandavano un affettuoso saluto.
Sempre quando commossi si assisteva alle interminabili sfilate di Vespisti, in una festa di sole e di bandiere, sui grandi viali di Madrid, sui Boulevard di Parigi sino alla vastità dei Campi Elisei, lungo le strade di Roma in occasione delle Olimpiadi, lungo i viali di Salisburgo, di Monaco di Baviera, per le strade che si snodavano attorno alle Dolomiti sino a Misurina e a Cortina, per le vie d’Inghilterra e della Svizzera sempre si pensava al «
Dottor Piaggio» sempre si desiderava che fosse presente e che condividesse con tutti noi la gioia di queste visioni festose e trionfali che erano poi il risultato brillante di tanto accanito e intelligente «Suo» lavoro. Noi portavamo sul suo tavolo, al nostro ritorno, le fotografie di tanti avvenimenti, di tanti paesaggi e di tanti pittoreschi scenari dove il Vespista appariva come il protagonista vittorioso.
Nascondeva il suo compiacimento profondo in un rapido «
bene, bene» e come l’osservare quelle foto fosse una distrazione frivola soggiungeva «e ora lavoriamo sul serio» e affrontava i suoi più gravi problemi di grande industriale. Enrico Piaggio rimane vivo fra tutti i Vespisti con il suo indimenticabile sorriso di intelligente bontà ».

Importante intanto era l’apertura che il Vespa Club Europa, che con una delibera, accoglieva i Vespa Club extra Europei. Difatti fin dalla fine degli anni’50, anche in altre nazioni dove era presente la Vespa, erano nati sull’esempio italiano dei Vespa Club in quei paesi, quindi nel marzo’65 il Vespa Club Mondiale accoglieva anche questi.
Nell’aprile del1969 Viareggio ospitava l’Eurovespa in Versilia. Il Congresso Nazionale del Vespa Club d’Italia a distanza di 20 anni celebrava il suo ventennale a Viareggio dove era nato.

Due congressi quello del Vespa Club d’Italia e del Vespa Club Mondiale, la celebrazione del ventennale e l’Eurovespa del’69 con pranzo di gala, interventi rielaborativi di gruppo, non potevano articolarsi e svolgersi con maggiore regolarità e con quella signorilità che sono sempre stati gli emblemi del Vespa Club.
E giacchè si parla di stile e di organizzazione nessuno dubitava che tutto ciò sarebbe riuscito bene dal momento, che si sa per ventennale esperienza, quanto sii importante che al timone del movimento vi è un uomo come Renato Tassinari.
Nei momenti in cui vi era più bisogno di esaltare i meriti e ribadire gli scopi dell’associazione, che miravano a stabilire un ideale di unione tra lo sport e il turismo, fra culture e ideali di pace e di fratellanza, non solamente ma soprattutto fuori dai confini. La Bandiera del Vespa Club ha sempre sventolato nel mondo portando con se un contenuto spiritualmente valido nella comune passione per le 2 ruote dello scooter di Pontedera. Tassinari ha tenuto questa bandiera con mano salda ed i maggiori enti motoritistici, Federazione Motociclistica Italiana, Federazione Internazionale Motociclistica, federazioni internazionali degli enti turistici per non parlare di ministeri ed enti, hanno sempre riconosciuto quello che è stato riassunto e scolpito nel bronzo della targa che fu immurata nella facciata esterna dell’Hotel Belmare:
«Il Vespa Club d’Italia celebra il ventennale di un vitalità intesa, piena di successi tenacemente voluta da tutti i suoi soci per la fraternità nazionale ed il progresso motoristico».
La vita del Vespa Club d’Italia continua con il Congresso di Lucca del ’70 e quello di La Spezia del 1971. La Spezia è una svolta determinante che porta il Vespismo, non meno che la crisi del motorismo in quegli anni, ad una evoluzione del Vespa Club.
Era lo scioglimento del Vespismo come organizzazione intesa fino ad allora. Il Vespa Club d’Italia si scioglieva con una lunga pausa di riflessione, con un nuovo corso in riferimento al Vespismo che non moriva ed era presente con i suoi Vespa Club locali a livello regionale. Questa riflessione portava alla ripresa e pian piano alla rinascita del movimento con un Congresso interlocutorio, fino ad arrivare a Verona del ’73 alla ricostituzione, a livello interregionale portando la presidenza a Manlio Riva, che aveva intanto riorganizzato il Vespismo nel triveneto.
Con Manlio Riva alla Presidenza e con il primo gruppo dei Vespa Club che aderivano nuovamente ad un organismo nazionale si arrivava al congresso di Firenze svolto al palazzo dei Congressi della città toscana nel marzo del ’75; intanto l’attività era ricominciata con delle manifestazioni turistico-sportive nel Veneto, nelle Marche, in Toscana, Lombardia, Lazio, etc.
Sempre presieduto da Manlio Riva, con collaboratori i Vice Presidente Mario Carini e Diego Torresani, il Vespa Club si incammina nuovamente verso nuovi traguardi e le aspettative dei soci.
Successivamente, con il congresso di Verona del ’76, il Vespa Club d’Italia riprendeva nuovamente il cammino, sviluppando i programmi e creando nuovamente un’organizzazione efficiente.
Il successivo congresso a Milano e quello di Verona sviluppavano un nuovo discorso di impostazione anche nei rapporti con l’estero, mentre crescevano i raduni internazionali e il Campionato Vespistico di regolarità. Il raduno «Roma ’78» a Roma, i raduni di Verona, di Legnano, di Ancona, la 500 Km. e il campionato sportivo sviluppavano nuovamente il Vespismo in varie branche. Intanto arriva il trentennale; Il Consiglio Nazionale del Vespa Club Italia decide per la sede diViareggio con l’impegno dei congressisti di continuare nella strada tracciata nel 1949.

Parallelamente con la nuova era del Vespismo, in quegli anni, la Piaggio sviluppa una nuova linea del suo scooter, la Vespa «nuova linea». Anche il movimento Vespistico sviluppa nuovi discorsi e programmi e per iniziativa organizzativa del Vespa Club di Roma, viene ripresa alla «grande» l’Eurovespa. In collaborazione con il Vespa Club San Vincenzo, nella località toscana nel 1981 riprende la serie dell’Eurovespa. Nel Vespismo ormai è sviluppato un vivo collegamento con l’estero; i nostri soci partecipano attivamente a quella attività e abbiamo notevoli presenze all’Eurovespa e nei vari raduni.

L’Eurovespa ritorna successivamente a Reggio Calabria nell ’82, mentre i Congressi di Roma e Firenze puntualizzano sempre di più questa ripresa organizzativa.
Non dimentichiamo la costituzione del «Registro Storico Vespa» (un nuovo importante settore di cui parleremo a parte) al Congresso di Legnano nell’80, in cui fu nominato primo consigliere Mario Carini.
Al Congresso di Venezia il 10-11 marzo 1984, tenutosi in un grande Albergo sul Canal Grande, un cambiamento si ha nel Vespismo: (che ha avuto nell ’83 a Saarbrucken, in Germania, l’Eurovespa,) Manlio Riva, che da diversi anni chiede un avvicendamento, viene eletto quale Presidente Onorario del Vespa Club d’Italia. Presidente viene eletto Roberto Leardi, già Consigliere Nazionale addetto alla stampa ed all’estero e Presidente del Vespa Club Roma.
E’ inutile dire della figura di Manlio Riva presente fin dalla costituzione a Viareggio nel ’49. Riva oggi rappresenta una fetta di storia del Vespa Club d’Italia, che è viva insieme a tutti noi.
L’Eurovespa 1984, sullo sfondo di un’emozionante Verona con Piazza Cittadella e le splendide colline, portò tanti vespisti italiani e stranieri uniti in una lunga sfilata lunga vari chilometri, a conclusione di una manifestazione che rimane fra le più importanti realizzate dal Vespa Club Verona.

Il Trofeo Vespa Club Italia di velocità Vespa su circuito fu la novità del Motor Show di Bologna, una nuova specialità sportiva per la Vespa.
Il 36° Congresso si svolse a Pisa, Aldo Benardelli del Vespa Club Milano venne festeggiato Campione Italiano di Regolarità, mentre Luigi Frisinghelli, venne nominato Conservatore del Registro Storico Vespa.
Nel 1985 Orvieto ospitò il 37° Congresso, mentre il Campionato Italiano si svolse a Cortina sullo sfondo dello stadio del ghiaccio che aveva appena ospitato le Olimpiadi invernali. La finale del Campionato di Gimkana invece fu a Legnago, insieme ad un importante dibattito sulla sicurezza e l’educazione stradale. Il Campione di regolarità 1985 fu Franco Ortolani del Vespa Club Forlì, mentre l’Italia fu uno dei gruppi più numerosi presenti all’Eurovespa di Francoforte.
Nel 1986 la piazza medievale di Todi ospitò un’emozionante finale di gimkana, specialità ripetuta nella versione spettacolare a doppi partenti anche al Motor Show di Bologna. L’Eurovespa si svolse a Barcellona e il Campionato di Regolarità vide l’affermazione di J.C. Porcaro del Vespa Club San Vincenzo.
Il Congresso di Roma, il 38°, fu molto importante per le modifiche apportate allo statuto dell’associazione.
Nel 1987 il Campionato Italiano Vespa Raid, girava l’Italia con prove a San Vincenzo, Avellino, Viterbo e Milano. Tra i raduni di quell’anno l’internazionale di Verona a giugno, quello di Imola dove centinaia di vespisti invasero il tracciato dell’autodromo, oltre a Bientina, Teramo e Ragusa.

Anche il Registro Storico Vespa inaugurò la sua attività, dando vita ai primi raduni di Vespa d’epoca con una passerella di modelli storici, che ebbero luogo a Castiglion della Pescaia (Grosseto) e a Grottaferrata (Roma).
Il Campionato Italiano di Gimkana si svolse a Bologna e vide la vittoria nelle due classi rispettivamente di Pilati (Rovereto) e Giuriolo (Vicenza); il Campionato Vespa raid fu vinto da Benardelli (Milano), così come il campionato a squadre.
Il 39° Congresso di Grosseto continuava i programmi stabiliti, prendendo atto della crisi che cominciava a colpire il settore delle due ruote anche in conseguenza della legge che introduceva il casco obbligatorio.
Il Raduno Internazionale “Roma ’88” portò in sfilata per le vie della capitale un corteo che, arrivato in Piazza San Pietro, fu accolto con parole di benvenuto dal Papa.
In quell’anno parte il Campionato Vespa Europeo Trial e Gimkana. Nella specialità Danilo Pedri conquistò il primo titolo, successivamente i nostri piloti misero un’ipoteca sul titolo fino a quello del 1988 vinto da Leonardo Pilati. Tutti della scuola trentina del Vespa Club Rovereto.
I Vespa Raid di Cosenza, San Vincenzo e Viterbo, il raduno di Bientina ed il 1o Raduno Internazionale del Registro Storico Vespa di Rovereto, oltre a quelli di Castiglion della Pescaia, Bientina e Roma, furono un ulteriore conferma del successo dell’attività turistica e sportiva. Il Campione Italiano di Vespa Raid 1988 fu Carlo Bozzetti, mentre il Vespa Club Milano si confermò primo nella classifica a squadre; la Gimkana vide campioni italiani Peppetti di Todi e Padovani di Frosinone.
Nel 1989 non si poteva che tornare a Viareggio, il 40° Congresso Nazionale si chiuse con la promessa che l’associazione che aveva saputo rappresentare nel tempo un riferimento per migliaia di Vespisti appassionati, avrebbe continuato ad operare con tutta la passione e l’impegno di sempre.
Il 41° Congresso si svolse a Chianciano Terme; il sicialiano Antonio Sanguedolce del Vespa Club Inessa si aggiudicò il titolo di Campione Italiano Vespa Raid 1989 e la partecipazione all’Eurovespa ’89 di Kaiserlautern fu accompagnata da una pioggia battente.
Sempre a Chianciano il 42° Congresso 1990, che festeggiava anche l’ennesimo titolo di Campione Italiano Vespa Raid di Uldiano Acquafresca, confermato alla direzione sportiva del Vespa Club d’Italia.
L’Eurovespa 1990 portò il gruppo dei vespisti italiani in Svizzera a Kraulingen, sul Lago di Costanza.
Per il 43° Congresso di Cattolica sperimentammo la ben nota ospitalità della riviera romagnola; e il Campionato Italiano Vespa Raid ’91 fu vinto per la prima volta da una donna, l’italo-tedesca Sabine Perego, che correva per il Vespa Club Roma. L’Eurovespa ’91 parlava italiano: la Repubblica di San Marino fu letteralmente assediata dai Vespisti.
Il 44° Congresso di Chianciano Terme festeggiava il giovane e abile Mauro Benedetti del Vespa Club Sicilia, mentre un’altra trasferta in terra tedesca a Phfozhein ci accoglieva per l’Eurovespa ’92, vinto dal nostro Vespa Club Trieste.
Santa Maria degli Angeli ed Assisi accolsero il 45° Congresso, mentre l’Eurovespa ’93 ad Abano Terme e Montegrotto ebbe modo di far conoscere questa manifestazione a nuove generazioni di vespisti italiani. Il Campione Italiano di Vespa Raid ’93 fu appannaggio di Acciaro Merisalvo del Vespa Club Sardegna.
Mentre Ancona, teatro di tante manifestazioni turistiche sportive, ospitava il 46° Congresso Nazionale, l’Eurovespa ’94ritornava in terra di Spagna a Girona, sulla Costa Brava, grazie alla perfetta organizzazione del Vespa Club locale capitanato da Presidente Casademont.
Campione Italiano di quell’anno: il giovanissimo Alberto Sicbaldi, del Vespa Club Sardegna, che calcava le orme del padre, campione vespista.

Il 47° Congresso si svolgeva a Grosseto, ma il 1996 era anche l’anno del 50° Anniversario dalla Nascita della Vespa. Un anno speciale, che vedeva ritornare in Italia, a Sanremo, l’Eurovespa e la Rievocazione Internazionale a settembre inoltre, in quell’anno anche la Vespa si è affacciata nella ragnatela mondiale di Internet con un sito proprio del Vespa Club d’Italia.
Vincitore del Campionato Vespa Raid ’96 fu il giovane toscano Bruno Acquafresca di San Vincenzo, anche lui figlio d’arte.
Il 48° Congresso Nazionale si riunì a Garda, sulle rive del lago omonimo; ad Acciaro Merisalvo del Vespa Club Sardegna ancora il titolo di Campione Italiano Vespa Raid e l’Eurovespa ’97 a Salonicco (Grecia) obbligò gli appassionati vespisti ad una lunga e calda trasferta, ripagata in pieno dalla bellezza del luogo e dalla genuina ospitalità del club locale.
Il 49° Congresso di San Vincenzo accolse i vespisti nella splendida cornice della Costa degli Etruschi; il Campionato Italiano di Vespa Raid confermò l’abilità di Bruno Acquafresca, mentre il titolo a squadre vide il ritorno del Vespa Club Roma.
Dal 1998 anche la rivista del Vespa Club d’Italia veniva rilanciata e con il numero 350 si andava a inaugurare una nuova preziosa collaborazione, quella con CLD editore.

La rivista dei vespisti italiani, dopo 45 anni di vita, è tornata a raccontare tutta la vivacità; di una Associazione ricca di storia e tradizioni, che affonda le sue radici nella passione per le due ruote più famose del mondo.

Con i 50 anni di vita dell’associazione, tanti anni, tanti club, tanti soci, migliaia e migliaia che nel tempo hanno fatto la storia vespistica.

Una storia non ancora finita e che si racconterà ancora, perché si vuole continuare a percorrere la strada che ha portato a festeggiare questi primi cinquant’anni con l’entusiasmo di sempre.

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