“Sulle ali della Vespa”: la passione da una generazione all’altra in 18 minuti

L’amore per la Vespa dal nonno al nipote, un testimone che passa di mano da una generazione all’altra: questo il messaggio, potentissimo, che “Sulle ali della Vespa” vuole e riesce a trasmettere in soli venti minuti. L’opera nasce nella mente di Renato Raimo, attore e regista “nato vespista”, come afferma lui stesso, ricordando che “nonostante il parere contrario di mio padre ho comprato il primo 50 usato mettendo da parte qualche soldo a quattordici anni, mettendolo poi di fronte al fatto compiuto e quindi chiedendogli di sistemarlo personalmente, da quello passare a un 125 di seconda mano, quindi a una 180 Rally con cui mi feci un gran viaggio in Spagna e infine a un PE200”.

Uno di noi, dunque, non solamente per i trascorsi sulla strada ma dentro, nel profondo del cuore: “I valori e la simbologia della Vespa vanno oltre il semplice mezzo meccanico: coprono una parte fondamentale della vita e della società italiana degli ultimi settant’anni e oltre”. E mosso da questi concetti, Renato Raimo – che ha una lunghissima esperienza professionale in teatro, cinema e televisione – ha iniziato un percorso che lo ha portato a due tappe fondamentali. La prima, risalente al 2012, si intitola “Controvento, storia a passo variabile dell’uomo che inventò la Vespa”, ed è ovviamente dedicata a Corradino D’Ascanio, che ha personalmente conosciuto in quanto coetaneo e amico di Maria, una delle nipoti del genio di Popoli: in questo spettacolo teatrale, Renato Raimo racconta l’uomo, l’inventore, l’artista al termine di un lungo periodo di studi e approfondimenti.

Corradino è quindi l’ispiratore di “Sulle ali della Vespa” (sottotitolo “Dove è lecito sognare”), cortometraggio di 18 minuti girato nel settembre 2020 (in piena era Covid, a sottolineare la voglia di speranza e sorriso nonostante tutte le difficoltà) nel borgo medievale di Vicopisano, a otto chilometri da Pontedera e dallo stabilimento Piaggio, dove D’Ascanio concepì e sviluppò i prodotti che hanno portato l’Azienda ai massimi livelli mondiali. La storia è incentrata sul rapporto che lega un nonno novantenne, ex operaio Piaggio, e il nipote Corradino: i due personaggi, interpretati da Savino Pupeschi (che di Vicopisano è uno dei simboli viventi) e Davide Betti, rappresentano la trasmigrazione del mito della Vespa tra due generazioni apparentemente lontane. In questo salto, che a prima vista può apparire un azzardo, il mito viene valorizzato e attualizzato attraverso lo stupore del giovane protagonista: l’aspetto tecnologico innovativo che racchiuso in quella Vespa ancora col faro basso, simbolo della capacità di reinventarsi, è puro fascino agli occhi del giovane Corradino, che inevitabilmente ne subisce il richiamo emozionale alla libertà che essa evoca già al primo sguardo.

Attorno ai due gira un mondo di ragazzi, studenti dell’istituto IPSIA di Pontedera, coinvolti in un vero “reality movie” e partecipi di laboratori formativi di tutti i settori produttivi e creativi che portano alla realizzazione di un’opera cinematografica, tanto che nove di loro, dopo aver superato il provino, hanno poi interpretato un ruolo nel cortometraggio. Una piccola storia che non si esaurisce in se stessa, ma anzi lascia la porta aperta a sviluppi futuri.

Alla produzione di “Sulle ali della Vespa” hanno collaborato anche il Vespa Club Pontedera, il cui socio Giando Rancadore ha messo volentieri a disposizione la sua Vespa del 1951, e il Ciao Club Pontedera, che ha fornito un ciclomotore tramite Claudio Mangini. Dopo una prima proiezione alla Regione Toscana nell’estate scorsa, durante la quale il regista ha ricevuto il premio “Pegaso alato” dalle mani del Presidente del Consiglio della Regione, Antonio Mazzeo, venerdì 3 dicembre il Teatro Verdi di Vicopisano ha ospitato un evento cui hanno preso parte, oltre all’autore/regista, anche i ragazzi dell’IPSIA Pacinotti di Pontedera, nonno Savino ed Eugenio Leone, membro del V.C. Pontedera e vicepresidente nazionale dell’Associazione “Città dei Motori”.

“Sulle ali della Vespa” è stato realizzato con il patrocinio del Mibact (Ministero dei Beni Culturali), il contributo di SIAE (Società Italiana Autori Editori), in collaborazione con Toscana Film Commission e dopo la realizzazione ha ottenuto il patrocinio della Fondazione Piaggio.

 

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