L’Eurovespa 1970 di Locarno, questo sconosciuto

La giornata del 27 aprile 1969 a Viareggio, che coincide con il 20° Congresso Nazionale del Vespa Club d’Italia, segna sostanzialmente la fine dell’avventura chiamata Eurovespa. Rimane scritto nella sua storia un ulteriore capitolo per l’anno 1970, che tuttavia porta con sé caratteristiche ben diverse dai precedenti. Non è infatti un evento che nasce su iniziativa diretta del Vespa Club Mondial (e precedentemente del Vespa Club d’Europe) come quelli che si sono dipanati tra il 1954 e il 1969, ma la semplice attribuzione della denominazione ufficiale (come accaduto nel 1967 con il raduno tedesco che si tiene a Mainz) a una concentrazione a carattere internazionale organizzata da un Vespa Club periferico. Tutto ciò accade in Svizzera, nella città ticinese di Locarno, dove dal 1950 esiste un Vespa Club alquanto attivo e ricco di voglia di fare. Locarno è un centro situato sulla sponda settentrionale del Lago Maggiore, posto tra le Prealpi Luganesi e le Alpi Lepontine, capoluogo dell’omonimo distretto e terza città per numero di abitanti del Canton Ticino dopo Lugano e Bellinzona. È una località particolarmente attraente per via del suo clima temperato grazie alla presenza delle acque lacustri e alla posizione all’interno di una conca protetta dalle montagne, rinomata a livello internazionale per il suo importante festival cinematografico, nato nel 1946.

Questo raduno viene fissato nel programma annuale già a dicembre dell’anno 1969, con la previsione di poter richiamare in città oltre quattrocento vespisti. A maggio parte l’organizzazione vera e propria dell’evento con una riunione del Consiglio Direttivo del sodalizio locarnese in una sala del ristorante Croce Federale di Solduno: si pensa già ad aumentare il numero dei partecipanti fino a seicento, tenendo conto delle capacità ricettive del luogo. Le date vengono indicate nel fine settimana del 4 e 5 luglio con accoglienza nella giornata del sabato nel Piazzale delle Scuole che si protrae sino alle ore 18, seguita da un banchetto all’albergo La Palma au Lac e successivo intrattenimento ricreativo con la partecipazione della corale “Ticines da Minus”. La domenica sono previsti gli ulteriori controlli di coloro che si presentano entro le 8,30, quindi partenza della sfilata generale, come da tradizione, attraverso Locarno, Monti della Trinità, Orselina, Brione sul Minusio, Minusio e Muralto. Alle 9,30 partenza con battello per le isole di Brissago: a bordo è garantita l’esibizione della Bandella Remigia per allietare i presenti con qualche nota musicale. Ritorno all’albergo La Palma per il pranzo con conseguenti premiazioni e saluti.

Il comitato d’onore che si fa carico dell’organizzazione è presieduto dal sindaco Carlo Speziali, mentre il lavoro effettivo dello staff è giudato da Roberto Marconi. Per l’amministrazione comunale si tratta di un momento dall’ampio significato promozionale delle bellezze del posto, in quanto Locarno è località che può offrire al villeggiante numerose soluzioni e una manifestazione di livello internazionale come l’Eurovespa può assicurare un benefico ritorno di immagine tramite i partecipanti stranieri, che una volta tornati a casa potranno illustrare le qualità della regione locarnese ed essere a loro volta promotori turistici.

La stampa locale riserva grande attenzione in fase di avvicinamento alle giornate del raduno, in quanto raramente si riescono a portare tutte insieme, in zona, tante persone provenienti dall’estero per un solo motivo. A maggio perviene al Presidente del Vespa Club Locarno una missiva da parte di Renato Tassinari, al quale è giunta notizia della concentrazione vespistica. Il Presidente, memore di quanto accaduto a Mainz, propone al sodalizio ticinese di apporre il prestigioso timbro dell’Eurovespa al loro raduno, tenendo in considerazione la data di svolgimento e il richiamo turistico della regione.

Naturalmente per i vespisti elvetici è un regalo inaspettato che li pone in una condizione ancora migliore in quanto ad aspettative: si parla addirittura della possibilità che possano essere un migliaio i convenuti nel Verbano. E altresì la possibilità di entrare in un libro d’oro tanto ricco di gloria e di trascorsi non può che aumentare l’entusiasmo dei locarnesi, che potranno vedere per sempre iscritto il loro nome in una lista che comprende Parigi e Roma, Madrid e Barcellona, Bruxelles e Cortina d’Ampezzo. Tra l’altro in Svizzera l’amore per la Vespa è sempre stato fortissimo: al di là delle Alpi i Club vespistici hanno iniziato la propria attività già alla fine degli anni Quaranta.

Il Comitato organizzatore, oltre al Presidente Roberto Marconi, è composto da Franco Patritti, dalla signora Gianna Cortelli (segretaria del Club), Enrico Lozio, Ivano Junod, Aldo Ressighini, Angelo Baruffini, Vittorio Mazzoleni e Silvio Ferrari, quest’ultimo Presidente del Vespa Club Bellinzona. Tra l’altro alcuni di questi vespisti hanno preso parte, nelle annate precedenti, agli Eurovespa di Roma e Salisburgo, a testimonianza della vitalità che li contraddistingue. Nel corso degli anni i vespisti locarnesi hanno poi stretto una forte amicizia con due Vespa Club italiani: il primo non può essere che quello di Verbania/Pallanza, che si trova dall’altra parte del Lago Maggiore a una distanza in linea d’aria di pochi chilometri; l’altro è il Vespa Club Legnano, che nell’ambito dei suoi raid definiti “L.L.L.” (che uniscono i vespisti legnanesi a quelli di un’altra città il cui nome comincia con identica lettera) si era recato con un’ampia delegazione in territorio svizzero nel luglio del 1964. Nello stesso anno, il Vespa Club di Svizzera vive una fase di ristrutturazione, con l’accorpamento dei singoli Club in gruppi a carattere cantonale, pur mantenendo ognuno la propria identità. Lo scopo di questa aggregazione è di meglio ottimizzare le attività comuni e cementare l’unione tra i vari centri. Per autofinanziarsi, il Vespa Club Locarno organizza più volte nell’arco dell’anno le varie lotterie, tombole a premi e divertimenti vari, che consentono di mandare avanti le casse sociali e addirittura mettere in cantiere, con il sostegno di alcuni imprenditori locali – a cominciare dal rivenditore di veicoli Piaggio – delle manifestazioni agonistiche come gimkane e trial (specialità molto in voga nei Paesi del Centro Europa).

Quando arriva il grande giorno, quello dell’inaugurazione, il clima meteorologico ha deciso di dare una mano: splende un bellissimo sole, la temperatura è ideale per una manifestazione che si svolge en plein air, e l’afflusso degli iscritti è ordinato e disciplinato (siamo in Svizzera, non dimentichiamolo). I vespisti trovano alloggio nei locali del Convitto della Scuola Magistrale, concesso per l’occasione dal Dipartimento Educazione del Canton Ticino. Alla fine sono circa seicento, mal calcolati (forse qualcuno in meno), coloro che si sono ritrovati a Locarno, nella gran parte provenienti dagli altri cantoni del Paese rossocrociato. 

Dall’Italia è partito il gruppo straniero più numeroso (la cosa pare ovvia) con circa un centinaio di membri, che seppur in maniera non totalmente organizzata come nelle storiche edizioni sino al 1962 viaggia sino alla destinazione in piccoli ma nutriti aggregati. Naturalmente ad esso spetta il premio per il Vespa Club nazionale che ha portato il maggior numero di convenuti, con i riconoscimenti successivi che vanno a Inghilterra, Austria, Germania e Belgio. 

Tra i sodalizi elvetici il primo posto spetta al Vespa Club Winterthur, seguito dai colleghi di Bienne, Zurigo, Zofingen, Yverdon, Basilea e Berna. Proprio di Winterthur è il vespista che più attira l’attenzione: si tratta di un personaggio davvero curioso, che compie tutto il percorso da casa a Locarno (oltre 230 chilometri, in quanto questa città si trova quasi al confine con la Germania) con una maschera sul volto e una trombetta in bocca, suonata ininterrottamente dall’inizio alla fine dell’itinerario di trasferimento.

In totale vengono distribuiti oltre cento premi, con medaglie e omaggi a ricordo per tutti, con tanto di lotteria finale. Lo spirito vespistico ha vinto ancora una volta, coinvolgendo mezzo migliaio abbondante di persone che con la propria Vespa hanno deciso di affrontare un viaggio – lungo o meno – per incontrare nuovi amici, rivedere quelli che da tempo erano rimasti lontani, riportare a casa un ricordo tangibile o anche solamente una memoria da raccontare.

L’immagine pubblicata è tratta da un opuscolo disponibile su www.vespaclublocarno.ch

Condividi sul tuo social preferito