Addio a Enzo Luperini

Il mondo della Vespa ha perduto un grandissimo personaggio: Enzo Luperini, classe 1937, è scomparso. Lo ricordiamo pubblicando l’intervista che ci rilasciò recentemente per la rivista “Vespa Club d’Italia”.

Sino a un paio d’anni fa, se arrivavate a Pontedera in treno, uscendo dalla stazione ferroviaria potevate trovare, a poche centinaia di metri di distanza, un piccolo chiosco: era fornitissimo di fumetti e riviste usate di ogni genere, e rappresentava un punto di riferimento straordinario per i ragazzi che, uscendo da scuola, andavano ad acquistare un Tex o un Diabolik che mancava alla loro collezione.

Dentro quel chiosco, per ventotto anni, rimase seduto un signore che era molto di più di un semplice rivenditore di fumetti usati: la sua parlata un po’ burbera e senza peli sulla lingua lo fece conoscere e rispettare da tutta la città, anche perché nel suo passato c’era una lunga storia legata alla Vespa, fatta di anni di lavoro in Piaggio ma anche e soprattutto di campione di gimkana e membro della squadra acrobatica.

Lui è Enzo Luperini, un nome e un volto conosciutissimi da chi partecipa ai raduni in Toscana: nonostante gli anni che passano, “il Luperini” non manca mai con la sua ET3.

QUEL SOGNO CORONATO

Nel 1949, a dodici anni, entra a lavorare in una fonderia, ma abitando a Pontedera è normale che ogni giorno veda passare i collaudatori della Vespa che partono per il lavoro quotidiano: ci vuole poco perché si innamori di quella motoretta e decida che proprio quello deve essere il suo futuro. Nel 1955, a diciotto anni, acquista una 150, con la quale impara a far di tutto in sella. Qualche anno più tardi inizia a correre, vincendo numerose gare con ricchi premi. Il suo più attento ricordo va alla partecipazione al “Giro dei Castelli Malatestiani” in Romagna: “Uscii dal lavoro, presi la Vespa e partii per Rimini sotto la pioggia attraversando gli Appennini. Arrivato a destinazione, dormii alla stazione e il giorno dopo mi piazzai al secondo posto – unica Vespa iscritta tra le ironie di tutti –  in quella prova da 220 km, riuscendo persino a valicare – io solo – una frana improvvisa e portando a casa 50.000 lire, una cifra per quei tempi”.

Da quel momento, per Enzo la partecipazione alle prove agonistiche di ogni genere diviene una costante dell’esistenza: in Toscana e nelle regioni limitrofe, la sua Vespa mette spesso la propria ruota anteriore davanti a tutti nelle classifiche. Nel 1961 passa a una GS per partecipare alle gare di regolarità, ma questa non è una Vespa adatta alla gimkana essendo troppo ingombrante per questo tipo di prove. Qualche anno dopo, in Piaggio, viene effettuata un’estrazione a sorte di una Vespa tra cento operai: Enzo è il fortunato vincitore, ma pensando alle necessità economiche della famiglia e di un figlio da far studiare preferisce “fare cambio” con il valore in denaro, rinunciando alla 150 Super che avrebbe ricevuto dalla casa madre.

Negli anni Sessanta, finalmente, riesce a entrare in Piaggio e successivamente coronare il proprio sogno. Le sue capacità nella guida lo fanno entrare, dopo sei anni di lavoro alla catena di montaggio, a far parte della squadra di collaudatori e poi della seconda edizione della Squadra Acrobatica, che raccoglie l’eredità dei “grandi vecchi” come Cau, Nesti, Chiarugi, Cipolli e altri ancora. Sono quasi tutte nuove leve, ed Enzo Luperini è una di queste.

In quel periodo svolge come detto la mansione di collaudatore dei nuovi prodotti, partecipando anche a manifestazioni in Italia e all’estero. Continua poi a prendere parte alle gare, specializzandosi nella gimkana, nella quale diviene rapidamente il dominatore assoluto a livello regionale. Sul finire degli anni Sessanta divengono celebri dell’ambiente i suoi duelli con Uldiano Acquafresca, altro straordinario specialista sia nella regolarità che tra i birilli, che diventerà poi uno degli uomini su cui il Vespa Club d’Italia potrà contare maggiormente per la definitiva rinascita negli anni Ottanta. 

Aggiudicarsi queste gare, tra l’altro, garantiva un bell’introito economico, perché i premi in denaro erano spesso molto attraenti: “C’erano volte in cui riuscivo a mettermi in tasca quasi uno stipendio mensile in un solo pomeriggio”.

La sua Vespa successiva è una Primavera, che però gli viene rubata: passa quindi alla ET3, da allora l’amore della sua vita, della quale dice “Le voglio bene come alla mi’ moglie”. Con una punta di giustificato orgoglio parla della sua esperienza come collaudatore: “Io sono sempre stato un collaudatore, mai un meccanico. Certo, so smontare un motore, ma in Piaggio non ho mai svolto questa attività. Sono sempre stato bravissimo nel capire quale potessero essere i problemi di un prototipo, cosa non fosse a punto durante i collaudi. Poi tornavo in officina e passavo la palla ai meccanici”.

CAMPIONE ITALIANO DI GIMKANA

Nel 1972 l’acquisto della ET3 che ancora oggi lo porta in giro per raduni: “Ma solamente in Toscana, perché mia moglie non vuole che mi allontani per più di un giorno da casa”. Nel 1976, sotto la bandiera del Moto Club Pontedera, con cui corre per gran parte della carriera sportiva (il VC Pontedera riprende l’attività solamente a metà degli anni 80), Luperini conquista la vittoria nel Campionato Italiano di Gimkana FMI in sella a una Vespa. Nel 1991, infine, dopo vent’anni di onorato servizio sulle strade per mettere a punto scooter e ciclomotori, arriva il momento della pensione e l’apertura del chiosco vicino alla stazione.

“Nella mia carriera lavorativa per la Piaggio, penso di aver percorso quasi un milione di chilometri”, ricorda. “Non mi ha mai interessato altro, per rimanere lì ho anche rinunciato a un posto nelle Ferrovie”. A tutti quei chilometri fatti per lavoro si debbono aggiungere le migliaia e migliaia digeriti durante le corse (una Mille chilometri e due Motogiro), le gimkane e per la partecipazione ai raduni vespistici, dei quali è un assiduo frequentatore (l’ultimo a cui ha preso parte è stato il “Tortello Gelato” del Vespa Club Montemurlo, di cui si parla in questo numero della rivista, l’8 marzo scorso): “Nel 2019 ho partecipato a tutti, dico tutti, i raduni organizzati in Toscana per un totale di almeno 5.000 km percorsi. Credo nessuno abbia fatto altrettanto alla mia veneranda età”.

Enzo, con la sua giacca nera in pelle, completamente ricoperta di toppe di ogni età e provenienza, è sempre in prima fila anche quando il suo Vespa Club di riferimento, quello di Pontedera, organizza qualche manifestazione: facile ricordarlo in testa al gruppone in occasione del “Vespa Color Days” dell’aprile 2018, quando uno sciame lungo quattordici minuti attraversò quasi a passo d’uomo le strade del centro cittadino.

Enzo, come tante altre volte, era lì, a dettare il ritmo, simbolo di una passione per la Vespa che ha caratterizzato tutta la sua lunga vita e, siamo sicuri, lo porterà a coprire ancora tanti chilometri per le strade della Toscana.

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